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E' di sabato sera, proprio nel pieno del fine settimana, che i militari della Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno e gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Arezzo hanno messo a segno un duro colpo all'impiego di manodopera a nero. Un'operazione con la quale è stato assestato un colpo anche all'economia sommersa valdarnese.
Solo pochi giorni fa erano state individuate due fabbriche che impiegavano irregolarmente due cinesi. Questa volta invece nell'occhio del ciclone sono finiti due pub ed un ristorante, rispettivamente di Montevarchi e Bucine, che utilizzavano lavoratori completamente "in nero", impiegati nelle più disparate mansioni: barman, camerieri, cassieri, cuochi e lavapiatti.
Sono stati controllati quattro locali e identificati complessivamente 14 lavoratori, di cui 7 sono risultati completamente irregolari (pari al 50%). Tra questi anche R.I., ragazzo di origine albanese che, oltre a prestare il proprio lavoro senza le doverose comunicazioni, è risultato anche minorenne, circostanza che ha fatto scattare la denuncia, nei confronti del titolare, alla Procura della Repubblica di Arezzo.
L'attività ispettiva, protrattasi per tutta la sera, si è conclusa con la sospensione di tre attività imprenditoriali, responsabili di aver impiegato manodopera a nero oltre il 20% della forza lavoro complessiva, oltre alla comminazione della cosiddetta "Maxisanzione per il lavoro a nero", la quale prevede una sanzione amministrativa da € 1.500 a € 12.000 per ciascun lavoratore, maggiorata di € 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo.
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