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"RIMANERE NEL PDL NON E' UN DOGMA" |
Data pubblicazione
22/11/2010 19:04:27
Il Coordinatore toscano dei Popolari Liberali abita a Rignano. E’ professore di storia e filosofia al Vasari di Figline, dopo essere stato per lungo tempo docente al glorioso Marsilio Ficino, la scuola dei frati francescani. Insegna anche all’Istituto teologico diocesano, la scuola che forma i diaconi, sempre a Figline. Il suo braccio destro a Rignano è il giovane giornalista Antonio Degl’Innocenti. Su Facebook il gruppo studentesco intitolato Franco Banchi Fans Club conta 139 iscritti ed è pieno di attestazioni di stima e di gratitudine. “Gli abbiamo chiesto del difficile momento del Pdl “ SCELTA CONDIZIONATA, NON DOGMA RIMANERE NEL PDL”, è stata la sua risposta.
D. Sbaglio se dico che la vita politica del PDL è giunta ad un punto di non ritorno?
R. Io sono per principio contrario ad assolutizzare la politica e, in particolare, i partiti. Per chi come me ha visto precipitare l'astro della Democrazia Cristiana,anche se colta nella sua fase peggiore e calante, è difficile impressionarsi. Mi vengono in mente le parole di S. Agostino, che vedeva i Vandali premere alle porte della sua Diocesi: “Finirà una storia, non la storia!”. Figuriamoci allora se mi faccio prendere dall'emozione e dallo sconforto. Se c'è un momento in cui deve vincere lucidamente la ragione è proprio questo. E' partendo da tale premessa che dico: il PDL non solo evita il naufragio ma vince e prevarrà a lungo se finalmente diviene quello per cui è nato. O diventa davvero la costola italiana del Partito Popolare Europeo, cosa che per non si è verificata che in piccola parte, o muore a livello fisiologico. Basta pensare solo alla tattica quotidiana; è il momento dei progetti o, meglio, della messa in opera del progetto.
D. Le chiederei di essere più preciso: è soddisfatto della gestione del PDL in quanto partito?
R. Non ho alcuna difficoltà a risponderle : no. In parte ho già motivato la mia insoddisfazione. Aggiungo che sono rimasto molto deluso dalle modalità fissate per la prossima stagione congressuale. Non condivido soprattutto alcuni passaggi: la diversità di svolgimento dei congressi secondo i vari livelli (comunale, provinciale, regionale); la tempistica incomprensibilmente differita; il peso diverso che gli eletti hanno rispetto ai semplici aderenti. Si disattende quel principio sacro e democratico che assegna “ad ogni testa un voto”. Feci sicuramente bene al congresso fondativo nazionale del PDL a votare contro lo Statuto.Allora i no furono un manipolo. Ho l'impressione che oggi sarebbero molti di più. Anche in questo caso vigileremo senza sconti. Se qualcuno, per fame di posti e per marcare sempre più improbabili monopoli politici, cercasse di limitare ulteriormente la nostra presenza personale e culturale negli organi del partito non esiteremmo a trarre le dovute conseguenze sia come singoli che Popolari Liberali.
Luca Tognaccini
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