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Il vicino della porta accanto. Un uomo apparentemente tranquillo, nessuna appartenenza politica. Un 45enne residente a Montevarchi dove vive assieme ai genitori. Non sposato, di media cultura e con lavori saltuari.
È questo l’uomo identificato dalla Digos aretina come il responsabile delle lettere minatorie dei mesi scorsi. Adesso dovrà rispondere dell’accusa di violazione della legge sulla discriminazione e per offese, minacce e diffamazioni.
Il 45enne aveva preso di mira i sindaci Valentini e Fanfani, ma anche il Prefetto di Arezzo.
Inizialmente le missive avevano raggiunto l’abitazione del primo cittadino valdarnese, poi erano state indirizzate alla redazione del Corriere di Arezzo colpendo anche gli altri. Minacce, ingiurie, e anche promesse di atti vandalici paventati nei confronti di cittadini stranieri. "Saranno colpiti stranieri con pistole a molle ovvero gettando chiodi in parchi da questi frequentati" scriveva in una lettera . Un allarme sociale, che aveva interessato anche i parlamentari tanto da far arrivare il caso in Parlamento.
Adesso grazie all’attività di indagine della Digos e degli agenti della Polizia Scientifica aretina, è stato possibile dare un volto al responsabile che per mesi ha vessato i destinatari delle minacce. Ed il blitz ha consentito di rinvenire e sequestrare una pistola giocattolo a gas completa di munizionamento consistente in sferette di plastica, chiodi ed una fionda con biglie di acciaio.
Ad incastrarlo le tracce che ha seminato nel suo folle percorso. Dopo le prime missive manoscritte indirizzate all’abitazione del Sindaco di Montevarchi datate 21 aprile 2009 ne erano seguite altre due dattiloscritte. Ma le minacce si erano intensificate nel corso del 2010 con una serie di lunghe epistole inviate alla redazione del Corriere di Arezzo e scritte con un normografo.
A lui gli inquirenti sono arrivati anche grazie ai rullini acquistati in un supermercato del valdarno e inviati al quotidiano aretino.
I controlli dei poliziotti hanno permesso di risalire a uno scontrino di un supermercato che registrava l’acquisto oltre del rullino anche di un paio di guanti, di tre confezioni di nastro dimo e 5 buste imbottite. Individuato l’acquirente è stato poi fatto un blitz nella sua abitazione.
Inutili i tentativi del 45enne di negare l’evidenza. La perquisizione ha consentito di rinvenire e sequestrare, una macchina da scrivere compatibile con quella utilizzata inizialmente dal mitomane e un normografo con tracce di pennarello e biro simili a quelle con le quali sono state scritte le ultime 9 lettere inviate al Corriere di Arezzo. Nell’abitazione numerosi i documenti rinvenuti, inneggianti il fascismo, il nazismo e il razzismo. Materiale ritenuto dagli inquirenti come la conferma del coinvolgimento del 45enne
Adesso le indagini degli inquirenti proseguono per verificare se il 45enne appartiene a gruppi organizzati e se ci sia il coinvolgimento di altre persone oppure abbia agito da solo.
Fonte:Arezzo Notizie
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