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Sulla presunta polemica fra Don Luca Meacci, parroco del Matassino, ed alcuni suoi parrocchiani, ci scrive Davide Fiorentini, autore del servizio andato in onda su Rainews24 da cui sarebbe nato il dibattito.
Per completezza di informazione pubblichiamo il testo della e-mail di Davide Fiorentini che vogliamo anche ringraziare per aver partecipato alla discussione ed averci consentito di pubblicare la sua e-mail.
"Sono Davide Fiorentini, autore del servizio su Rainews24 a proposito del quale vedo continuano discussioni sul vostro sito, sono stato contattato da don Luca, chiaramente dispiaciuto per il vostro articolo, che mi ha chiesto gentilmente di partecipare a questo dibattito.
Per prima cosa vorrei dire che don Luca è una brava persona, e questo si evince immediatamente dalla sua disponibilità a farsi intervistare ed anche dal modo in cui si apre durante il servizio riconoscendo lui stesso una forte differenza dall'operato di don Torquato, una differenza dovuta essenzialmente all'evoluzione dei tempi, un cambiamento che inesorabilmente ( e questo era quello che a me principalmente interessava, da qui il titolo "Chiesa e Modernità") ha colpito anche la chiesa, che ai miei occhi e credo anche a quelli dei più dovrebbe invece essere di millenaria ed incrollabile tradizione.
Le persone che nel servizio si lamentano di don Luca tradiscono chiaramente una nostalgia dei tempi andati, in cui il rapporto umano non solo col parroco ma nel paese in generale era molto più stretto ed ora si ritrovano sempre più soli in un vivere sociale che non rappresenta più i loro ricordi.
Ed allora però mi sono chiesto: se la chiesa che a mio avviso dovrebbe essere un forte appiglio alla tradizione del vivere comune cede il passo alla modernità? Allora i parroci partecipano a conferenze e girano l'Italia (perchè sono sempre di meno ed hanno più ruoli e per tanti altri giustificatissimi motivi) perdendo quel rapporto essenziale sul territorio, tanto che i parrocchiani possono arrivare a definirli come dei funzionari come accade nel servizio, allora la chiesa diventa una piccola azienda da mandare avanti ( non dimentichiamoci che la chiesa di Matassino fù costruita da Don Torquato con l'aiuto sia economico sia come forza lavorativa di tutta la popolazione e della aziende come la Solava) nella quale coloro che entusiasticamente avevano partecipato non si riconoscono più, e la mia impressione è stata che chi costruì quella chiesa non lo fece per timore di Dio ma per un senso ci collettività che è lo stesso di cui ora si sente orfano.
Il servizio in questione vuole essere uno spunto di riflessione, all'interno del quale don Luca è un elemento rilevante ed esemplificativo e non fondante e colpevole in quanto non è il soggetto del servizio stesso.
Vi auguro un buon lavoro
Davide Fiorentini"
Visto l’interesse che ha suscitato l’argomento, abbiamo pensato di aprire un forum su cui vi invitiamo inoltre a lasciare i vostri commenti e le vostre opinioni:
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