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Assolto perchè il fatto non sussiste. E’ la sentenza che riabilita Paolo Racioppo, carabiniere di 49 anni residente a Figline Valdarno, accusato di concussione nell’ambito della maxi-inchiesta sul clan camorristico che imperversava nel mondo dei locali notturni e disco-bar del Valdarno.
Racioppo, difeso dall’avvocato Luca Brachi del Foro di Prato, era stata stralciata dal procedimento principale.
Secondo le accuse, Racioppo avrebbe chiesto al clan di far assumere il figlio in uno dei locali e avrebbe fornito a un esponente del clan informazioni e consigli, abusando quindi della sua qualifica.
LA SECONDA sezione penale del tribunale di Firenze (collegio presieduto dal giudice Bouchard, a latere Raimondo e Francioni) ha decretato l’assoluzione lunedì scorso.
Racioppo — che per molti anni ha prestato servizio a Prato — ha trascorso tre anni fuori dall’Arma a causa di questo procedimento; adesso potrà riprendere servizio a pieno titolo.
IL SUO coinvolgimento nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia fu originato da un’intercettazione nella quale uno degli imputati principali chiedeva delle «verifiche» a Racioppo.
Una richiesta, secondo la difesa, avanzata a titolo personale e non penalmente rilevante.
Il filone processuale principale riguardava invece un clan che, secondo le accuse, aveva imposto protezione ai più frequentati locali notturni del Valdarno aretino, fino a quando alcuni gestori hanno detto basta e si sono rivolti alla polizia.
FU LA QUESTURA fiorentina, insieme alla squadra mobile di Arezzo, a procedere ad alcuni arresti. Sulla parte riguardante Racioppo, però, fu riconosciuta l’incompetenza del Tribunale di Arezzo e il procedimento fu spostato a Firenze. Fino alla conclusione di lunedì scorso.
Fonte: La Nazione
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